Hatha Yoga

Che cosè lo Yoga? Cominciamo con il dire che cosa non è: lo yoga non è una religione, lo yoga non è uno sport, non è contorsionismo e lo yoga non è nemmeno una setta.

Lo yoga è uno strumento utile per imparare a conoscerci meglio, per capire quello che vogliamo, chi siamo e dove vogliamo andare. Ciò che distingue lo yoga dalla ginnastica, dal pilates o dal comune stretching è, infatti, la componente mentale, ovvero l’attenzione che durante la pratica rivolgiamo al corpo e al respiro, e che ha come obiettivo quello di insegnarci a governare la mente.

In poche parole, “lo yoga rappresenta uno stile di vita orientato al benessere del corpo e della mente, che ha come obiettivo finale l’auto-realizzazione.”

Yoga, un mondo di vita

Scopri come si può abbracciare uno stile di vita

Perché praticare lo Yoga?

Perché fa stare bene fisicamente e mentalmente, dona elasticità e scioltezza, assicura leggerezza e armonia, infonde coraggio e fiducia, ritarda l’invecchiamento cellulare, insegna l’arte di amarci per amare. Quello che nel nostro mondo occidentale manca è scoprire la gioia di toccare, accarezzare, abbracciare, sorridere, essere al servizio degli altri senza pregiudizi, ascoltare se stessi e ascoltare gli altri con rispetto, assaporare il silenzio: tutto questo è YOGA.

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Hatha Yoga

È praticamente impossibile presentare in poche righe che cosa sia lo Yoga. La parola deriva dal sanscrito, una lingua antica, e significa in sostanza unire, integrare. Quindi lo Yoga può essere riassunto come una filosofia dove la mente, il corpo e lo spirito interagiscono. lo Yoga però va al di là di questa spiegazione. Lo si può considerare un’antica filosofia che aspira a portare il praticante ad uno stato di pace e tranquillità, mettendolo in contatto con se stesso.
La storia dello yoga affonda le sue radici in una cultura millenaria. Le sue origini sono antichissime: le prime tracce di questa pratica risalgono tra il 3000 e il 1800 a.C.. La prima grande opera a descriverne e organizzarne le tecniche è indiana ed è lo Yoga Sūtra redatto da Patanjali. Lo yoga tradizionale ha otto rami, espressione tradotta con il termine sanscrito ashtanga. Gli otto stadi sono, come li definisce Patanjali: yama, niyama, asana, pranayama, pratyahan, dharana, dhyana, samadhi. Ben lontano dall’essere solo una forma di ginnastica, ha nella pratica corporea un suo tratto distintivo e assolutamente evidente, soprattutto con l’avvento dell’hatha yoga e delle discipline tantriche, che danno dignità al corpo come mezzo di realizzazione in questa vita e di crescita per lo spirito. Ogni lezione di Yoga, generalmente, segue un iter comune che può essere modificato in base alle preferenze di ogni insegnante. Di solito si procede in questo modo: Meditazione guidata, Preriscaldamento, Asana, Rilassamento, Pranayama.

Asana

Il termine viene tradotto al maschile per convenzione degli studiosi di Sanscrito. La parola asana è un termine sanscrito che indica, nello yoga, le varie posizioni che si assumono nelle quali occorre essere presenti non solo col corpo ma anche con la mente. Si celebra quindi l’unione tra corpo, mente e spirito. La funzione di queste speciali asana si basa su un concetto di sistema sottile che sta alla base dello yoga stesso.
Il sistema sottile presume che assumendo determinate asana il soggetto riesca a purificare i cosiddetti Nadi, cioè i canali energetici presenti nel corpo umano. Con la pratica yoga si riesce a ridistribuire in modo corretto l’energia che fluisce all’interno dell’organismo. Praticare yoga ovunque ed in qualsiasi momento e anche solo 20 – 35 minuti di pratica al giorno, possono essere sufficienti per godere dei suoi benefici fisici, mentali, spirituali.

L’amicizia

L’amicizia che nasce durante la pratica yoga è speciale, molto intima e per tanto meravigliosa, senza barriere, senza maschere, senza pregiudizi e solidale.
Sì insomma : un amore di amicizia. Il vedere in difficoltà altre persone ci rende umili e simili. Quando noi non riusciamo a fare determinate asana, nel vedere invece altre persone eseguirle in perfetta armonia, ci stimola a provare e riprovare. Ma la cosa più bella è che nella pratica vediamo e scopriamo anche i limiti dell’altra persona; limiti che non avresti mai immaginato di vedere, limiti intimi, che ogni corpo possiede. Così ti rendi conto che sei responsabile di un qualcosa che va oltre alla semplice amicizia, non la solita amicizia fatta in un Pub di fronte a una buona birra.

Hai incontrato e conosciuto una persona.

Namastè

Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente vivere.

Dalai Lama

La scienza del respiro

Con il termine Pranayama non si intendono solo le tecniche di respirazione utilizzate, ma il meccanismo attraverso il quale è possibile assorbire e controllare il prana, ovvero l’energia vitale, con lo scopo di rendere la mente stabile, forte, tranquilla con tutti benefici che ne consegue.

Pranayama

Il termine sanscrito pranayama è composto da due parole: prana e ayama.

Prâna significa “energia, forza vitale”: è l’insieme di tutte le energie che animano l’universo e che si manifestano, ma in realtà è una sola energia vitale che appare in molteplici forme, è l’essenza di vita di ogni essere vivente, nota come soffio vitale.

Ayama significa “estensione”, “espansione”, “controllo”.

Quindi pranayama può essere tradotto letteralmente come “ espansione della forza vitale” o ”estensione del respiro del corpo”.

Cosa è il Pranayama

Secondo gli antichi insegnamenti yoga, l’energia vitale circola attraverso i nadi, o canali energetici, presenti nel nostro corpo. Tramite il controllo e la consapevolezza del respiro, si impara a dirigere e a controllare la circolazione del prana, guadagnando la possibilità di incanalarlo in specifiche parti del corpo, attraverso una pratica costante; si possono così smuovere molteplici proprietà benefiche.

Come si fa il Pranayama

Esistono diverse tecniche yogiche di respirazione, dalle più semplici alle più complesse, che possono essere praticate per migliorare la capacità di regolare e dirigere il nostro prana.

La respirazione yogica è completa, infatti lascia fluire il respiro in modo calmo, consapevole.

Respirare in modo corretto è fondamentale nella pratica dello Yoga perché il respiro è un vero e proprio sostentamento di energia.

Ujjayi è il primo e più importante esercizio in pranayama; consiste nella chiusura parziale della glottide, in modo che l’aria rimanga più a lungo nella parte superiore, cioè la faringe e le cavità nasali. La respirazione Ujjayi viene spesso tradotta anche come “il respiro del vittorioso”, proprio perché la sua esecuzione emula l’atteggiamento tipico di un guerriero quando espande il torace.

Sitali Pranayama è una pratica di Kundalini Yoga ben nota. Lenisce e rinfresca. Sitali è una parola sanscrita che letteralmente significa: “piacevolmente fresco”.

Il vostro io è il punto di arrivo del vostro viaggio, vale a dire, il raggiungimento della vostra profonda conoscenza interiore.

Dalai Lama